Giuseppangelo Fonzi….i denti in ceramica

 

Giuseppangelo Fonzi: Promotore della Fabbricazione Industriale della Protesi Dentale in Porcellana 

 
 
Fig. 1. Giuseppangelo Lucinto Fonzi all'età 40 anni.
(In Giuseppangelo Fonzi. Bartieri, Antonio Pavia, Rassegna Trimestriale
di Odontoiatria, 1958, 2:134-179)

L'utilizzo della porcellana nell'arte dentale risale alla metà del diciottesimo secolo. Fino al diciottesimo secolo per costruire le protesi dentarie si utilizzavano i denti umani (da cadavere o da vivente, tra cui i famosi denti di Waterloo) e denti di animali (cavallo, ippototamo, ecc.) Un farmacista di Saint Germain-en-Laye che si chiamava Duchateau, constatando la decomposizione ed il cattivo odore dei denti organici, fu il primo ad essere noto per la costruzione di protesi dentarie né in osso né in legno, ma in materiale imputrescibile. Egli infatti realizzò nel 1774 una dentiera in porcellana. Egli portava in bocca una dentiera fatta con avorio di ippopotamo che assorbiva un odore sgradevole. D'altronde a causa del suo lavoro si vedeva costretto spesso ad asaggiare le preperazioni medicamentose e queste impregnavano i suoi denti alterando il sapore dei cibi. Quindi gli venne l'idea di fabbricarsi una protesi in porcellana, al fine di prevenire queste sgradevoli caratteristiche. Nel 1774 chiese alla fabbrica di Monsieur Guerhard di Parigi i mezzi necessari per realizzare la sua idea. Al primo tentativo l'esito fu negativo purché si accorse che la porcellana soffriva di una certa contrazione volumetrica nel forno e quindi la dimensione della protesi risultò inferiore a quelle delle sue arcate. Si industriò perciò a calcolare il grado di contrazione della ceramica per modellare una protesi più grande che una volta cotta in forno assumesse le dimensioni giuste ad essere inserita in bocca. Dopo vari tentavi riuscì ad ottenere una protesi di porcellana di dimensioni adeguate. Emersero però altri problemi: il colore eccessivamente bianco dei denti rendeva evidente a chi osservava l'artificialità di una tale protesi.  Quindi realizzò un nuovo impasto a cui diede una tinta giallognola. Ottenne così una colorazione più naturale dei denti. Comunque alla fine dei suoi tentativi, allorché Duchateau si provò la protesi in bocca, essa risultò inservibile poiché non si adattava alle sue gengive. Dopo questi fallimenti, Duchateau chiese aiuto al dentista parigino Dubois de Chermant. Fecero vari esperimenti in comune e finalmente ottennero una protesi che si adattava alle gengive di Duchateau. Sebbene questa invenzione segni un grande balzo in avanti, non viene subito seguita a causa delle troppe imperfezioni del metodo. Quindi, Nicolas Dubois de Chémant, dentista e chirurgo parigino, adottò la tecnica di Duchateau e, modificando la composizione dell'impasto della porcellana, ottenne dei risultati migliori. Egli aggiunse all'impasto sabbia di Fontainebleu e soda di Alicante. Egli scrisse una memoria nella quale descrive  quelli che lui chiama i "denti minerali" per i quali ricevette nel 1791 un brevetto reale di invenzione "per fabbricare, vendere, produrre in tutto il Regno per 15 anni". Al successo di Chérmant si opposero una serie di dentisti tra cui Dubois-Foucou e lo stesso Duchateau perché fosse riconosciuta a quest'ultimo la paternità dell'invenzione; ma non furono ascoltati non avendo nulla con cui provare la loro affermazione. Dubois de Chermant fa viaggi frequenti a Londra dove le sue dentiere sono prese di mira da una caricatusrita ed umorista inglese, Thomas Rowlandson, ed in una caricatura sono mostrati tre persone oltraggiosamente "dentati".
Quindi la protesi in porcellana ideata da Duchateau e perfezionata poi da Chérmant erano fatte di un solo blocco, che includeva i denti e la base protesica. Andavano perciò modellati individualmente per ogni paziente anche i denti. Il processo di fabbricazione cominciava con l'ottenimento di una modello dell'arcata edentula. Quindi si modellava un blocco di ceramica per sostituire i denti e le gengive. Per contrastare la contrazione da cottura, si sovracontornavano i blocchi in tutte le dimensioni, d'accordo al grado di contrazione calcolato,. 
Quindi arrivò Giuseppangelo Fonzi, pochi anni dopo, che fece avanzare la tecnica costruendo le protesi in porcellana con un nuovo metodo. Egli è l'inventore dei denti individuali di porcellana. I suoi predecessori costruivano le dentiere in monoblocco, così che l'impasto della porcellana durante la cottura subiva una tale variazione volumetrica (contrazione) da renderle precise. Egli denominò i suoi denti terra-metallici per distinguerli da quelli "minerali" di Duchateau. La composizione della sua pasta è scritta in un trattato di odontologia, che gli non riuscì a fare pubblicare a causa della sopravvenuta morte a Barcellona. Questi nuovi denti erano clinicamente inalterabili, avevano una grande durata ed erano disponibili in 28 tinte, ottenute a partire da differenti ossidi metallici, che donano loro un aspetto particolarmente attraente. Questi nuovi denti recavano un solco nella parte posteriore nel quale egli introduceva un crampone di platino. Montandoli su una placca d'oro o di platino, fedelmente adattata al modello, egli passa tra i cramponi una banda di platino, che poi saldata ad essi, dando loro stabilità. In più per evitare compressioni dolorose da parte della base protesica sulle gengive, egli ricopriva la porzione della base protesica che guardava la mucosa con una vernice di caucciù, per farne un tenero cuscinetto. La fissazione ad altri denti residui, nelle protesi mobili parziali, mediante l'utilizzo di ganci elastici smaltati offriva una grande stabilità ed un risutalto estetico ragguardevole.
Quando arrivò Parigi, Giuseppangelo Fonzi (Fig. 1) erà già un italiano navigato, con notevoli abilità nel commercio ed in diversi mestieri, tra cui l'arte dentale.
Nacque il 13 luglio 1768 a Spoltore in provincia di Teramo dove la famiglia di origine orsognese si era trasferita in seguito alla nomina del padre a Governatore di giustizia. Egli è figlio di Domenico Fonzi, amministratore del principe Colonna di Roma, e di Maria Laudadio. Tornato ad Orsogna, il giovane Giuseppe Angiolo, come avrebbe preferito farsi chiamare, compì gli studi elementari, poi frequentò le scuole superiori a Chieti; a 16 anni sulle orme del padre avvocato, poté avviarsi agli studi giuridici. Ben presto, però, la vita del centro teatino gli parve troppo stretta. Chiese più volte di potersi recare a Napoli. Al rifiuto del genitore, impossibilitato a sostenere un terzo figlio negli studi lontano dalla famiglia, Giuseppangelo fuggì da casa portando con sé solo una posata di argento. La prima meta non fu Napoli, ma Roma. Nella città eterna si presentò al principe Colonna, del quale il padre era agente, per chiedergli aiuto. Il nobile romano gli fornì i mezzi economici e "commendatizie"per Napoli. Durante il viaggio verso la città partenopea Giuseppangelo conobbe Antonio Natale, un poeta improvvisatore che l'avviò alla poesia, unamore che avrebbe coltivato contemportaneamente ai suoi studi di odontoiatria. Il suo soggiorno a Napoli (che allora faceva parte del regno spagnolo) fu breve, infatti si imbarcò una nave spagnola, la Bettina. Su questa nave egli impara lo spagnolo, l'astronomia e l'arte marittima. e naviga fino a Costantiniopoli. Stanco della vita marittima sbarca in Spagna dove esercita diversi lavori per sopravvivere. Nella penisola iberica rimase particolarmente colpito dal lavoro di un "cavadenti" che esercitava la professione per strada: improvvisamente maturò l'idea che con opportuni mezzi avrebbe potuto apprendere ed esercitare quest'arte con più professionalità. Così divenne un dentista itinerante, lavorando all'aperto. Subito appassionatosi a questo campo, egli decise di andare in Francia per perfezionare e approfondire la sua conoscenza in odontoiatria. E fu nel 1795 che Giuseppangemo Fonzi si stabilì a Parigi per praticare la sua professione di dentista. Egli cercò di espandere gli aspetti teorici e pratici della sua professione e di migliorare la qualità della sua arte attraverso lo studio della fabbricazione di dentiere in materiale imputrescibile. 

Egli ritornò in Italia a Napoli dopo 6 anni e divenne dentista di Corte. Spirito non conformista e avventuroso, ben presto abbandonò la città partenopea e ritornò a Parigi, dove ideò e realizzò i suoi famosi denti terra-metallici. Quindi, ormai famoso, intraprese una serie di viaggi attraverso l'Europa. Fu dapprima a Monaco di Baviera (1815) dove prestò servizio presso il re di Baviera poi a Londra (1816). Nel 1823 si reca a San Pietroburgo dove esercita per due anni. Qui egli tratta la giovane zarina edentula con una tale successo che lo zar Alessandro gli propone di restare al suo servizio per fondare e dirigere una scuola dentale a San Pietroburgo, ma egli declina l'offerta. Nel 1825 è a Mosca. Fonzi, volendo consolidare le sue relazioni professionali con la monarchia spagnola, prova a sollecitare il titolo di "dentista onorario di corte", titolo divenuto vacante dopo la morte del titolare, Don José Rotondo Y Marcenara.
Egli si impegna a consacrasi alla formazione del figlio di questi, il quale diverrà il celebre dentista Antonio Rotondo.
La sua domanda indirizzata al re, Ferdinando VII, era la seguente:
" A tal fine, io mi impegno a rivelare tutti i segreti della mia arte e a trasmetterli a Don Antonio Rotondo, figlio del del dentista della Vostra Corte, in accordo ad una modica pensione di quindicimila reali annui che mi si daranno per sostenere alla sussistenza di questo giovane uomo che io sono pronto a fare vivere ed istruire confidando in lui il frutto delle mia esperienza perché un giorno egli restituisca alla sua patria e egli trasmetta le sua conoscenze che fino ad ollare io riserbo e tengo segrete con la più grande cura. Io supplico  Vostra Maestà di degnarsi di concedermi il titolo di Dentista onorario di Corte e la la sopravvivenza della proprietà di questa caricacon la stessa dotazione accordata a Don José Rotondo……."
 Ricevuta dei primi servizi che prestò Fonzi alla Casa Reale Spagnola, 1818
 
La richiesta viene accordata e, con instancabile sete di viaggiare, ritornò a Parigi in compagnia del giovane Rotondo con l'intenzione di fargli conoscere i migliori centri europei. Nell'agosto del 1826, egli arriva a Napoli, pensando di rimanervi 6 mesi. Ma dopo 3 mesi, davanti al poco successo incontrato presso i suoi compatrioti, egli decide di ritornare a Parigi, portando con sé un nipote Nicola Fonzi, futuro erede dei suoi beni.
In seguito a questo episodio vengono date curiosamente al reponsabile dell'Ufficio di Stato le seguenti informazioni:
Le dentiste de la Chambre du roi, Notre Seigneur, qui, avec la permission royale passa six mois dans son pays natal en eut assez au bout de trois mois. Il s’embarqua quatre jours plus tard dans un bateau à vapeur pour se rendre à Livourne, d’où me dit-il, il irait à Florence pour suivre le traitement qu’il avait offert au ministre de Sa Majesté de cette même Cour et après il poursuivrait son voyage à Paris d’où il revint ici pour passer l’hiver. Il crut qu’à son arrivée, ses compatriotes l’accueilleraient favorablement en lui donnant l’occasion de leur démontrer sa supériorité sur ses confrères. Mais il n’en fut pas ainsi, il passa un mois en démarches pour qu’on lui permette
d’annoncer son arrivée dans un journal et son offre de services à quiconque il pourrait être utile. Voyant que ni
les gouvernants, ni la population ne lui marquaient aucun empressement, comme, disait-il, on lui avait manifesté
dans d’autres pays, il décida de partir. C’est pourquoi, j’ai visé le passeport de l’ambassadeur de Sa Majesté à
Paris qu’on me présenta pour lui et le jeune dentiste Antonio Rotondo qui voyage avec lui; Il a emmené aussi
avec lui un neveu pour lui enseigner sa profession. Malgré l’article pompeux où il faisait état de ses études et de
son savoir-faire théorique et pratique et de l’importance de sa découverte des dents terro-métalliques, il me dit
n’avoir gagné qu’à peine 80 pesetas pendant son séjour et de plus avec une clientèle de classe inférieure. On voit
bien dans son cas la vérité du dicton : “Nul n’est prophète en son pays”. Je rapporte ces faits pour le cas où,
Sa majesté, aurait la curiosité de connaître l’accueil reçu durant son voyage et de son séjour ici.

Poi si spostò a  Madrid (1831) e infine a Barcellona (1836) dove egli morì nel 1840. Egli fu seppellito al Cimitero dell'Est. Fonzi aveva cominciato come dentista in Spagna ed ha smesso in Spagna.

Arrivato a Barcellona egli pubblicò nei quotidiani dell'epoca una serie di annunci per far conoscere i suoi meriti, per trovare pazienti e per trasferire le sue conoscenza ad altei dentisti che fossero interessati ad apprenderle. Cos' recitava un suo annuncio:

"Giuseppe Angelo Fonzi, ritiratosi da S.M.C., arriva dalla Corte per stabilirsi in questa capitale, dove egli ha già lavorato molti anni fa, ed ha l'onore di esercitare la sua arte con la soddisfazione di questo rispettabile pubblico al quale egli offre un nuovo i suoi servizi. Egli è l'inventore dei denti terra-metallici imputrescibili adottati in tutte le capitali europee. Il meccanimso utilizzato, cheè proprio nella compozione dei pezzi artificiali, permette che questi ultimi siano durevolu nella bocca e (quello che pareva impossibile) assicurano la masticazione di tutti gli alimenti a quelli che hanno perduto i loro veri denti. Egli tratta tutte le malattia della bocca ed esegue tutte le operiazioni della sua arte. Egli offre is uoi servizi a tutti dentisti spagnoli che desiderano entrare in relazione con lui per iniziarsi alla pratica delle sue invenzioni, perfezionare dalla sua luna esperienza. Egli gli venderà, se essi lo desiderano, un assortimento dei denti terra-metallici, poiché lui fornisce tutti i dentisti di MAdrid. Egli abita in via Conde de Asalto n.92"

I suoi numerosi viaggi lo arricchirono di conoscenza. La sua reputazione come specialista nell'area estetica della protesi dentale aumentava ad ogni suo viaggio (Bartieri, 1958 e Guerini, 1925). Fu però nel periodo trascorso a Parigi che egli condusse la sua ricerca sulle dentiere incorruttibili, ottenendo nuovi modi e metodi di praticare l'arte odontoiatrica.  
Nell'epitaffio che egli stesso vergò, la sua figura appare precisa e definita:

"Mi die' Natura un'alma irrequieta;
Sprezzai nei miei verd'anni essere Giurista;
Divenni navigante, poi Dentista,
Poi fu qual nacqui, vale a dir, poeta"

Auparavant, le 1er février 1833, il avait fait son testament dans la capitale en ces termes : Veuf d’ Angelina Castro,
il nomme exécuteur testamentaire Don Rafaël Estève, graveur de la chambre de Sa Majesté, pour que, une fois
sa mort déclarée, il délègue les plus grandes facultés d’octroyer tout de ses biens, c’est-à-dire meubles et vêtements ainsi que tous ses instruments d’art dentaire et un grand assortiment de dents terro-métalliques lui appartenant [9]. Par ce même acte : il nomme pour seul héritier universel, son neveu Nicolas Fonzi résidant à Paris [10],
(Fig. 3-4-5).

Testamento di Giuseppangelo Fonzi


Il nucleo della ricerca di Fonzi è stato nel dissociare i denti minerali dal loro supporto durante il processo fabbricazione della protesi.

In contrasto, il metodo di Fonzi elimina questa difficoltà preparando e costruendo separatamente i denti e le loro strutture di supporto. Questo risolveva, la facilità e la velocità riguardo alla costruzione della dentiera sono incrementate a prescindere dal tipo di arcata endetula o di protesi. 

Nel 1806 Fonzi dimostrò la sua scoperta all'Accademia delle Scienze. Una commissione che comprendeva Tenon, Gay-Lussac e Sabatier fu formata e presentò i risultati di Fonzi al meeting dell'8 giugno 1807. La commissione dimostrò che la procedura di Fonzi che pubblcizzava velocità di manifattura, appeal estetico, ingegno, tutti combinati in uno. Il vantaggio dei denti di Fonzi giace nel fatto che: 

(1) La dentiera può essere usata per l'intero set di denti, incisivo, canino, molare in enrrambe le arcate superiore ed inferiore

(2) la sua dentiera ha il colore corrispondente ai denti naturali che essi intendono sostituire

Paradossalmente, la conclusione della commissione fu molto cauta, addirittura negativa. Agli occhi della commisione, l'invenzione di Fonzi era "un successo troppo debole e la cui importanza era troppo di poco conto per la loro approvazione". Tali osservazioni e  conclusioni non scoraggiarono Fonzi. Nel febbraio 1808, egli si rivolse all'Ateneo delle Arti dove una commisione fu incaricata di esaminare i suoi denti minerali, la procedura di fabbricazione e l'applicazione delle sue protesi. Il report risultante fu presentato il 14 maggio e pubblicato il 16 Maggio 1808 nel giornale delle Arti, delle Scienze, della Letteratura e della Politica. Fonzi ricevette congratulazioni per avere unito nel suo lavoro vari tipi di talento: come artista, biologo, medico e chimico. E' questo differente approccio che gli ha permesso di arrivare all'invenzione dei denti terra-metallici, mentre eliminivava la sconvenienza nell'utilizzo di altri materiali. Poche successive modifiche seguirono. 




Fig. 2. Placchetta di denti di Fonzi.
(Museo P. Fauchard, Paris).

Nel 1808 Fonzi creò un gancio elastico nel campo della protesi parziale, che eliminò l'utlizzo della bande intorno ai denti residui: il gancio circonferenziale ancora in uso oggi fu quindi da lui sviluppato. Egli utilizzò anche uncini smaltati per fini estetici.

I denti di Fonzi erano riutilizzabili. Inoltre se per accidente un dente doveva essere sostituito, si proteva utilizzare la stessa protesi, a differenza dei blocchi unici. Si dissolveva nell'acido muriatico per eliminbare la saldatura. Ciò permettava di consrvare il platino e la porcellana e aggiungere un nuovo dente.
La base della protesui era di metallo (oro poi platino). Al fine di fare le basi, Fonzi prendeva una impronta iniziale in cera della bocca dal quale egli ricavava un modelll in gesso ("scagliola di Parigi") del mascellare edentulo. Dopo veniva realizzata una impronta in argilla, Fonzi quindi colava essa in bronzo. Su questo duplicato di bronzo, egli applicava un placca in oro (pià tardi in platino) che produceva una forma esatta dell'arcata edentula. 


Anterior teeth showing metallic retention studs.
(Musee P. Fauchard, Paris).

Quindi, egli doveva solo montare i denti in relazione a quelli mancanti e quindi saldarli alla base metallica.  

Questo metodo di unione soddisfò oltremodo la commissione "essi non potettero in nessun modo rimuovere i studdetti denti, a prescindere dagli sforzi fatti, anche con l'aiuto di una leva.

Non soddisfatto di aver inventato questa tecnica, Fonzi lavorò alla composizione della pasta. Egli ottenne una pasta composta dai seguenti elementi 

—Limoges or Kaolin argillaceous clay,
—Vanvres clay,
—Limoges silica,
—Titanium oxide,
—Zinc oxide,
—Uranium oxide,
—Magnesium oxide, ossido di magnesio
—ossido d'oro,
—Platinum aluminum-chloride,
—Platinum filings,
—Gold filings.


Utilizzando questi differenti ossidi metallici (che sono ancora quelli utilizzati oggi) e aggiustando le loro rispettive proporzioni, Fonzi fu capace di ottenere 26 differenti tonalità di colore, e degna di nota la tinta trasparente che gli permetteva du dare un apetto smile a quello dei denti naturali.

Infatti, come i denti naturali, questi denti mineali erano fatti di due parti:

— Primo, l'interno, parte opaca dei denti minerali fatti di Argilla di Limoges o Caolino, che era otticamente equivalente alla dentina 

—Seconda, la parte trasparente depositata sulla superficie della silice di Limoges, assicurava ai denti protesici la luminosità e la similarità ai denti naturali

La conclusione della commissione fu più favorevole in questo caso, poichè essi giudicarono che questa invenzione avrebbe dovuto essere ben accolta e che Fonzi meritava "la massima ricompensa possibile". Fonzi fu perciò premiato con una medaglia d'oro ed una corona. La sua reputazione artistica era ormai certa, e si diffuse con lui dovunque viaggiava. 
L'ateneo scrisse anche "la durezza della porcellana di Fonzi, infiltrata con ossidi metallici, è maggiore del caloilino utilizzato dai suoi predecessori. I denti terra-metallici inoltre sono più estetici. Posedano resistenza al fuoco e agli acidi. Sono incorruttibili, e necessitano di una granchde scock per essere fratturati. Il perno di platino offre grandi vantaggi ritentivi. LA mase protesica metallica si adattava comodamente alle gengive e evitava l'affondamento dei denti. Il caucciù che ricproriva la bae evitava eccessive pressioni. I denti terra-metallici sopportano le forsze della maticazione e permettono di igneizzarsi incluso all'interno della bocca.


L'articolo nel Giornale delle Arti, Delle Scienze, della Letteratura e della Politica, conclude con una nota di spiegazione che preannucia la pubblicazione sul prossimo numnero del giornale di una spiegazione più accurata sui denti protesici di Fonzi. Ciò non avvenne se non il 14 giugno del 1808, quando gli editori pubblicarono l'articolo sui denti terra-metallici. La ragione per il ritardo può essere rintracciata nella protesta che circondava i premi e gli onori riservati a Fonzi.



Fig. 4. Boc of posterior teeth
(Museo P. Fauchard, Paris).

Ci fu certamente il coinvolgimento, ancora una volta, di  Dubois-Foucou, un dentista che godeva di una vasta reputazione a Parigi, membro di diversi gruppi scientifici, dentista del Re e della famiglia reale, quindi chirurgo-dentista dell'imperatore e imperatrice. Inizialmente egli si oppose all'utilizzo dei denti in ceramica per la protesi dentale; ma più tardi Dubois-Foucou divenne un fermo sostenitore di questo materiale. Egli mosse guerra contro questo "dentista straniero, al quale uno dovrebbe insegnare il francese", un mezzo da parte sua per avversare i denti terra-metallici a favore della sua propria composizione  (Dubois-Foucou, 1808). Egli infatti indirizza una lettera di discredito di Fonzi alla Società delle Arti. Fonzi aveva due vantaggi sul suo geloso rivale: per prima cosa la sua prodonfa conoscenza scientifica, notevole in chimica, e secondo il suo spirito caldo e creativo. Fonzi nel 1809 pubblica la nsua risposta a Monsieur Dubois-Foucus.
 
Il più virulento degli avversati di Fonzi fu Ricci, un dentista parigino. Egli contestò con forza la qualità della procedura di Fonzi e l'appeal estetico di questi denti. Ricci utlizzò tutti i mezzi a sua disposizione per discreditare Fonzi. Egli indirizzò una lettera al Giornale delle Arti, delle Scienze, della Letteratiura e della Politica nella quale egli spiegava il suo intento di riunire una guiria per vagliare ciascuna delle procedure di Fonzi. In risposta al desiderio di Ricci, Foinzi accettò la sfida a condizione che la giuria fosse composta non solo di chirughi-dentisti, ma anche di chirurghi, medici, e chimici, un modo per evitare un conflitto di interessi.  

Ci volle qualche tempo per formare questa giuria, essendo tutti esitanti nell'entrare in questa polemica. Ricci era impaziente; alla fine del 1808 la giuria si riunì. Gli archivi della Scuola di Medicina hanno registrazioni della polemica che mostrano i seguenti eventi. Il 23 dicembre alla richiesta di Ricci, il Ministro dell'Interno scrisse al Direttore Scuola di Medicina, una certo Thoures, per nominare un professore a dirimere la questione. Dopo poco tempo la scuola di medicina rispose: il 5 gennaio 1809, un report preliminare etichettato come "non inviato" scatenò una forte reazione contro i'intervento del ministro. In effetti, poiché né Ricci né Fonzi avevano sollevato argomenti di sicurezza pubblica, perché mai il ministro degli interni interviene in materia? il report anche mostra che la Scuoa di Medicina mise a confronto varie figure sulla questione. Per i medici i migliori denti protesici era quelli naturali presi dai pazienti o ai cadaveri. Agli occhi dei medici, i denti artificiali appaiono solo come capaci di artifici estetici al meglio di correggere la deformità legata alla perdita dentale o forse facilitando la pronuncia della parole. Quanto alla masticazione, essi non rendono possibile questa. Infatti per i medici, i denti protesici erano imperfetti ed una soluzione dolorosa che causava enormi spese.

On February 16, 1809, a new report insisted on the mode of tooth fabrication and the porcelain denture which was far from achieving- the satisfactory degree required. Despite the various modes of fabrication employed by different dentists, no one was able to imitate nature. That was why in the eyes of the physicians it was illusionary to remedy a lost tooth. Consequently, the polemic surrounding Ricci's challenge to Fonzi's procedure did not take place; the School of Medicine had yet to pronounce judgement on the matter. Finally on February 26,1809, in a response to the Interior Minister, it said that "the School of Medicine has no reason to take up the discussion." Following which, Fonzi published a work in 1809 titled Response to Mr. Dubois-Foucou, Surgeon-Dentist, on the Brochure He Published in 1808 under the title 'Expose on the New, Procedures for the Conception of the Said Teeth' and on the Letter Addressed to the Physicians. In this work, Fonzi developed his riposte; point by point he responded to Dubois-Foucou's attacks. First, Fonzi explained that his attacker's ability resided in the latter's capacity to extract the teeth rather than the manufacture of prostheses appropriate to the patients' needs, perpetuating thus the "Ancient" tradition. Then, from Dubois-Foucou's demonstration of his own composition Fonzi pointed out the ignorance of his rival, in particular the latter's weakness in chemistry. Fonzi went on to justify the necessity of separating the teeth from the base during the prosthesis preparation process. "If it is about," wrote Fonzi, "constructing a piece that has an equal superficies, it is undoubtedly easy to enlarge it by calculating the shrinkage so that it can, after being baked, coincide with the model. But, if it is a piece of irregular superficies, with many variations of small protrusions and intrusions, such as those found in an edentulous jaw, or one with solid stumps that is rather firm which are needed to make the pressure evener, or one which has teeth with the stumps and these protrusions and intrusions, how is it possible to calculate the shrink age, and be able to make it coincide with the jaw whose parts are irregular? This is an essential condition for otherwise the pressure would not be equal on all the superficies. It cannot be in just some points, and it must continue to work in spite of irritation, inflammation, pain, all of which would stop the most important function ordained by nature: mastication. Such a piece would not be any good, save for parade; it would have no use. I challenge Mr. Dubois-Foucou to make, following his procedures, a denture that would coincide with all the irregularities of a jaw."

Nella sua concluzione Fonzi non esitò a offrire a tutti i dentisti, incluso  Dubois-Foucou,  i suoi denti terra-metallici così che essi potessero evitare di ricorrere all'utilizzo dei denti dai cadaveri. Alla fine egli spiegò le sue ragioni, che, contrariamente a quelle di altri dentisti, erano puramente filantropiche e cercò solo di portare i benefici della sua sua scoperta alla società. 

"Io mi giudicherò ", Fonzi concluse " più felice semplicifiando i passaggi di quelli che verrano dopo di me e fermando, a loro favore, tutti gli strataggemmi del nemico, la loro gelosia, la loro rivalità in un arte la cui uniformità teorica e pratica sarà alla fine fissata permanentemente". "

Dalla conslusione di Fonzi noi traiamo due conslusioni:

Primo, è che Fonzi ha provato a rispondere alle critiche fatta dalla Scuola di Medicina di Parigi separando egli stesso dall'aspetto finanziario 

Secondo, e qui è la maggior parte, egli ha cercato di distribuire i suoi denti ad una catena di suoi colleghi. L'idea della fabbricazione inbdustirale dei denti in procellana fu sviluppata. Questa idea non si avviò se non molto più tardi; la tradizione ed il disprezzo prevalsero sulla novità tecnologica



REFERENZE


1. Bartieri, Antonio. Giliseppangclo Fonzi. Pavia, Rassegna Trimestriale di Odontiatria, 1958, 2:134-179.
2. Dubois de Chémant, Nicolas. Dissertation sur les avantages des dents incorruptibles de pâte minérale, suivie d'un jugement qui a condamné M. Dubois-Foucou et 3. consorts, dans leur demande en nullite de brevet d'invention, qui avait été accord é a l'inventeur. Paris, I'auteur, 1824.
3.Dubois de Chémant, Nicolas. Dissertation sur les advantages des nouvelles dents et râteliers artificiels incorruptibles et sans odeur, inventés par M. Dubois de Chémant, suivie d'une réfutation sommaire des assertions avancées par M. Dubois-Foucou dans la lettre aux auteurs du journal de Paris, le 18 mai 1788. Paris, I'auteur, 1788.
4. Dubois-Foucou,Jean-Joseph. Expose de nouveaux procédés pour la conception des dents dites de composition. Paris, I'auteur, 1808.
5. Fonzi, Giuseppangelo. Réponse a Monsieur Dubois-Foucou, chirurgien-dentiste, sur la brochure publiée par lui en 1808 sous le titre: Exposé de nouveaux procédés pour la conception de dents dites de composition et sur la lettre adressée a Monsieurs les dentistes. Paris, I'auteur, 1809.
6. Guerini, Vincenzo. The Life and Works of Giuseppangelo Fonzi. Philadelphia and New York, Lea and Febiger, 1925.
7. HOFFMANN-AXTHELM Walter. History of Dentistry, Inc., Chicago, Berlin, Rio de Janeiro and Tokyo, Quintessence Publishing Co., 1981, p. 256
8. MARTINEZ Francisco. Coloquio breve y compendioso sobre la materia de la denta dura y maravillosa obra la boca, Oviedo, edition fac-similé. KRK ediciones, 2001
9. SANZ Javier. Antonio Rotondo (1808-1879).Un dentista ilustrado. Revista Vasca de Odontoestomatología. Vol. 4. Nº 1, 1994, p. 18-23
10. Archivo del Palacio Real. (Madrid.) Caja 922. Expte. 27.
11. Archivo Histórico Nacional (Madrid). Sección de Estado. Legº. 5701. Expte. 31.
12. Archivo del Palacio Real. Caja 2623. Expte. 33.
13. Archivo Histórico del Protocolo (Madrid.) Protocolos Notariales. Protocolo nº. 23.710. Fº. 42 y nº. 23.711. Fº. 14. En 1834 aparece como cobrador D. Juan Rodríguez de Castro y en 1835 D. Francisco Xavier Albert.
15. EL CATALAN (Diario de anuncios y noticias.) 28 de agosto de 1835.
16. KURDIK Bernard. Giuseppangelo Fonzi, promoteur de la fabrication industrielle des dents prothétiques en porcelaine, Le Chirurgien- Dentiste de France, n° 733, 1995, p. 33-36
17. FONZI Giuseppangelo. Réponse à monsieur Dubois-Foucou, chirurgien-dentiste, sur la brochure publiée par lui en 1808 sous le titre : Exposé de nouveaux procédés pour la conception des dents dites de composition et sur la lettre adressée à Messieurs les dentistes, Paris, chez l’auteur, 1809
18. RAHOLA SASTRE J. Los llamados dentistas y cyrujanosdentistas del ultimo tercio del siglo XVIII y del primero del XIX en Barcelona. Boletin de Informacion Dental, Consejo general de odontologos y estomatologos de España. Madrid, 1964, n° 197, p.