Tomografia Computerizzata Cone Beam
Dott. Pasquale Venuti
Dott. Ernani Venuti
Dott. Augusto Venuti
Introduzione
Tomografia ComputerizzataUn volta ottenute le informazioni tridimensionali della parte del corpo in esame, è possibile effettuare tagli in tutte e tre le dimensioni dello spazio per visualizzarne la parte interna. Da qui il nome di “tomos” che in greco significa appunto taglio e “grafia” che significa disegno, immagine. I raggi X, emessi dal tubo radiogeno, attraversano la parte del corpo in esame e vanno a colpire dei sensori digitali (detti detettori). I detettori sono composti da un sensore digitale sulla cui superficie c’è un materiale scintillante (es. lo ioduro di cesio), capace cioè di emettere luce quando investito dai raggi X. I fotoni (luce) che si generano, allorché i raggi X colpiscono il materiale scintillante, vengono catturati dal sensore digitale, simile a quelli presenti nella macchine fotografiche digitali (CCD, CMOS, silicio amorfo, ecc.). Il sensore, eccitato dalla luce, converte il segnale ottico (i fotoni) in segnale elettrico. I sensori sono quindi dei trasduttori di segnale. Il segnale elettrico viene convogliato ad un computer che trasformerà il segnale elettrico in numeri che, tramite l’applicazione di algoritmi matematici, sarà capace di mostrarci sul monitor l’oggetto analizzato in 3 dimensioni dando un valore di grigio ad ogni numero. I numeri assegnati possono avere differenti scale. Una della scale, ad es. quella usata da alcuni computer e monitor, è quella che va da 0 a 256. Allo 0 corrisponde il colore nero, e viene assegnato lo zero quando i raggi X arrivano a quella specifica parte del sensore senza essere attenuati, ad es. passando attraverso l’aria. Il valore 256, che corrisponde al bianco, viene assegnato, invece, quando in un punto del sensore non arrivano raggi X, in quanto essi sono stati completamente attenuati (bloccati) da una sostanza densa quali ad es. l’osso. L’osso, poiché contiene il calcio, che è un metallo e quindi è capace di bloccare i raggi X, apparirà perciò di colore bianco (in quanto in quella zona il valore numerico assegnato sarà di 256).
Quindi i numeri da 0 a 256 indicano la quantità di attenuazione subita dai raggi X durante il loro percorso attraverso la parte del corpo esaminata. Danno perciò una indicazione della densità.
Qui sotto è mostrato un sensore digitale (CCD) che ha catturato un fascio di raggi X e che converte per mezzo di un computer le informazioni in scala di grigio sul monitor.
Mentre le tradizionali radiografie in due dimensioni vengono rappresentati sul monitor del computer come una puzzle di pixel, cioè tanti piccoli quadrati ognuno con un valore di grigio, la radiografia tridimensionale (la tomografia) permette la visualizzazione della parte del corpo in esame sul monitor come composta da tanti cubi, detti voxel, cioè un cubo con uno specifico valore di grigio.
Più il voxel è piccolo, più l’immagine sarà precisa e dettagliata.
Più il voxel è grande, più l’immagine apparirà quadrettata ed imprecisa.
Nell’immagine qui sotto lo stesso oggetto viene rappresentato con un voxel piccolissimo (tanto da apparire come nella realtà) ed un voxel più grande, più grossolano.
Esistono oggi, soprattutto nel settore maxillo-facciale e dentale, due grandi categorie di tomografi computerizzati:
– la T.C. cone beam
– la T.C. fan beam: la classica T.A.C. spirale
La T.C.
line-height: 150%;”> è composta da una sorgente radiogena che emette un fascio di forma conica (perciò “cone beam”). Con una sola rotazione di 360 gradi permette di eseguire una ricostruzione della parte del corpo in esame in 3 dimensioni. L’algoritmo matematico per la elaborazione dei dati ottenuti da un fascio radiogeno conico fu elaborato agli inizi degli anni ’80 dal gruppo di Feldkamp.